Un’altra preziosa esperienza, prima in un liceo e poi in un carcere (dove naturalmente le foto non possono essere scattate, ma restano impresse nella mia memoria). Due luoghi così vicini fisicamente, a Fossombrone, eppure così distanti, che Piccola Osteria senza Parole ha contribuito incredibilmente a unire, letto dai ragazzi in contemporanea con un gruppo di detenuti.
Grazie di cuore alla professoressa Sonia Paradisi, alla dirigente scolastica Alessandra Di Giuseppe, a Lorenzo Sabbatini del sistema bibliotecario carcerario e a Irene Lilliu, pubblico ministero che avevo incontrato anni fa, in un Gruppo di lettura dedicato a Bellissimo, e che mi ha portato qui.